Trento DOC
Territorio
Trento DOC è l’espressione diretta della terra che lo produce, il Trentino.
Un territorio piccolo, ma che al suo interno custodisce una grande varietà climatica, che spazia dal Garda, il primo segno tangibile del mondo mediterraneo per chi arriva dalla Germania, alle Dolomiti, uno straordinario monumento naturale iscritto a giugno 2009 nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Dal mite Lago di Garda al freddo pungente delle Dolomiti, la varietà climatica del Trentino è molto ampia e contribuisce, insieme ad altre specifiche territoriali, a definire l’esclusivo carattere di Trento DOC.
È il Trentino a rendere Trento DOC diverso da tutte le altre bollicine, è il Trentino a renderlo uno dei migliori spumanti italiani metodo classico
La pergola trentina
La viticoltura trentina è sempre stata legata alla pergola che è tuttora il metodo di allevamento della vite maggiormente diffuso. Questo mezzo agronomico è nato proprio in Trentino in quanto garante di un’adeguata esposizione solare alle vigne, coltivate nella maggior parte dei casi su terreni in pendenza. La pergola permette le sistemazioni dei terreni sui terrazzamenti e facilita, garantendo un buon risultato, le operazioni di potatura e di legatura dei tralci.
Altre forme di allevamento ormai molto diffuse per la coltivazione delle uve destinate a metodo classico sono il guyot e il cordone speronato.
Storia
La storia di Trento DOC inizia con Giulio Ferrari, un curioso e giovane enologo dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige che sarebbe poi diventato un simbolo per il mondo delle bollicine a livello internazionale. Nel 1902, durante i suoi viaggi studio in Francia, Giulio Ferrari ebbe una grande intuizione, individuando una certa somiglianza fra la Champagne e il Trentino. Quindi, perché non provare a produrre uno spumante trentino? È questa l’origine dello spumante Trento DOC metodo classico.
Nasce così la tradizione dello spumante metodo classico che nel 1993 ha conseguito, primo dopo lo Champagne, il riconoscimento della D.O.C..
Metodo Classico
Il segreto di un vino come Trento DOC, oltre al territorio – che è certamente il fattore più importante – è il metodo di produzione, che viene detto “classico”.
Trento DOC è uno spumante metodo classico. È un “vino speciale” perché soggetto all’affascinante processo di produzione “metodo classico” che ha bisogno di tanta bravura, molta passione e lunghe attese. Se per produrre un vino fermo bastano spesso una manciata di mesi, per Trentodoc – vino spumante metodo classico – è necessario un periodo molto più lungo che va da un minimo di 15 mesi, come stabilito dal disciplinare, fino a 10 anni per una grande riserva.
L’unicità di Trentodoc metodo classico deriva dall’unicità del Trentino, un territorio con caratteristiche uniche che si riflettono sulla raffinatezza di ogni singola bottiglia.
Queste le principali fasi della produzione di spumanti metodo classico Trentodoc:
Vino Base
Dalla raccolta di uve Chardonnay, Pinot nero, Pinot bianco o Pinot menieur si ottiene il vino fermo base al quale, una volta imbottigliato, vengono aggiunti lieviti e zuccheri.
Il riposo in bottiglia e l’opera dei lieviti danno il via alla seconda fermentazione: è per questo che gli spumanti metodo classico sono chiamati anche “vini con rifermentazione in bottiglia”. La prima fermentazione avviene precedentemente, nella trasformazione da uva in vino.
Presa di spuma
La presa di spuma è il processo attraverso cui si sviluppa l’anidride carbonica, il classico perlage che si evidenzia nel calice di uno spumante metodo classico, ed è frutto della rifermentazione in bottiglia o seconda fermentazione, durante il riposo delle bottiglie in cantina.
Il periodo di maturazione di un Trentodoc varia: da un minimo di 15 mesi per un brut, a 24 mesi per un millesimato a 36 mesi per una riserva ed è fondamentale per il raggiungimento della complessità organolettica che ogni produttore vuole dare al proprio vino spumante metodo classico. Le case spumantistiche Trentodoc prolungano la maturazione sui lieviti rispetto a quando indicato nel disciplinare, producendo così uno spumante metodo classico che sa sempre distinguersi.
Remuage
Le bottiglie vengono disposte su speciali cavalletti di legno, chiamati anche pupitres, che aiutano il corretto svolgimento del remuage quotidiano: il produttore ruota e scuote le bottiglie con molta cura in modo che i residui (principalmente lieviti esausti) si raccolgano nel verso del collo della bottiglia.
Sboccatura
La sboccatura dello spumante o degorgement è l’eliminazione dei lieviti esausti che, con il remuage, si sono radunati verso il collo della bottiglia. Si può eseguire in due modi:
- al ghiaccio (à la glace): gelando il collo della bottiglia e facendo saltare il tappo – metodo meccanico,
- al volo (à la volée): stappando la bottiglia manualmente – metodo manuale.
Dopo la sboccatura, si procede al rabbocco della bottiglia con vino di pregio e zuccheri, ricetta segreta di ogni casa spumantistica e rifinitura molto importante per la personalità di ogni Trentodoc.
Tipologie
A sedonda dell’ uva utilizzata avremmo:
-Trento DOC Bianco nelle versioni:
- Brut , maturazione 15 mesi
- Millesimato , dopo 24 mesi di permanenza sui lieviti
- Riserva, almeno 36 mesi
– Trento DOC Rosé
A seconda del residuo zuccherino avremo le seguenti tipologie:
-Non dosato (o dosaggio zero),residuo zucchero g/l :0-3
-Extra Brut,residuo zucchero g/l :0-6
-Brut,residuo zucchero g/l : fino a 12
-Extra dry,residuo zucchero g/l :12-17
-Dry (o sec) ),residuo zucchero g/l :17-32
-Demi Sec,residuo zucchero g/l :32-50
Caratteristiche
Una delle caratteristiche fondamentali del Trento DOC è il perlage. Bollicine fini e persistenti esprimono qualità.
Le sensazioni olfattive richiamano fragranze fruttate e floreali, oltre a numerose successive note: vaniglia, albicocca, frutta esotica, nocciole tostate, pane appena sfornato, mela Golden, cioccolato bianco e gelsomino. Al gusto si rivela fresco, pieno e rotondo nell’impatto. Il tutto in un sapiente equilibrio tra morbidezza e misurata acidità.
Degustazione
È certamente un vino completo, in grado di essere abbinato alle specialità delle tradizioni locali ma anche italiane e internazionali. Dalla pasta, al riso, al pesce, dai formaggi ai salumi e anche alla pasticceria salata. Come un grande vino rosso, è perfetto anche con piatti sostanziosi come la carne, soprattutto nelle sue versioni più importanti e strutturate.
Solo nelle versioni demi-sec, sec ed extradry è consigliato con i dolci, mai degustare Trento DOC più secchi come un brut con un dessert!
Trento DOC va servito fresco, in un calice sufficientemente ampio, a una temperatura fra gli 8 e i 12 gradi.
Si ringrazia per l’invio dei materiali Strada del vino e dei sapori del Trentino