SALUMI DEL TRENTINO ALTO ADIGE
Il Trentino ,terra dai mille sapori, mantiene il suo standard di eccellenza anche per quanto riguarda i diversi salumi tipici disponibili. Ecco una breve, ma esaustiva, panoramica sui salumi del Trentino Alto Adige:
SPECK
Lo speck è un prosciutto crudo disossato con un’affumicatura leggera e una stagionatura media di 7 mesi. Prodotto storico del Trentino, spesso cela il suo segreto in una serie di ricette tradizionali tramandate di generazione in generazione: ogni macelleria che si rispetti ha la sua “concia”per l’affumicatura (trattamento di aromi naturali e spezie), un luogo adatto per la stagionatura e una storia che insieme danno al prodotto un gusto intenso e saporito ed una consistenza da sciogliersi in bocca.
Disponibile anche nella versione Speck cotto, nato come alternativa alla stagionatura (difficile da farsi nei mesi estivi) con cottura a vapore e leggera affumicatura, risulta gradito anche ai più piccoli con le sembianze di un prosciutto cotto, ma molto più saporito.
Diverse le macelleria che lo producono senza glutine
LUCANICA DEL TRENTINO
E’ il tradizionale salume di ogni famiglia contadina trentina. Oggi su una base comune, piuttosto semplice, ogni salumiere la produce aggiungendo un tocco segreto. Rimane comunque un salume dal gusto delicato, speziato, con sentore di pepe e aglio e dal profumo gradevole e caratteristico.
Da non perdere nelle sue varianti stagionate con la carne di cavallo, con carne di capra, tipica della val di Fiemme o con carne di struzzo trentino, prodotta in Valsugana.
La lucanica fresca è invece l’ingrediente classico di molti piatti tipici, in particolare i canederli, il tonco de pontesel e lo smacafam.
CARNE FUMADA DI SIROR
Prodotto ottenuto utilizzando il girello di manzo, poi passato in una salamoia, successivamente affumicato e stagionato per un periodo di almeno un mese.
Ottima da consumare cruda come antipasto, rappresenta un esempio del caratteristico metodo di conservazione delle carni, in uso nella zona di produzione già a partire dall’inizio del secolo scorso.
CIUÌGA DEL BANALE
Nella zona del banale, da autunno a marzo, si produce la Ciuìga, un insaccato fresco composto da carni miste, suine e bovine, e rape.
La storia di questo prodotto, presidio Slow Food, narra tempi difficili nei quali le famiglie vivevano in estrema povertà e aggiungendo ai resti delle carni la rapa, si garantivano la sussistenza.
MORTANDÈLA AFFUMICATA DELLA VAL DI NON
Con la sua curiosa forma a polpetta, leggermente affumicata, la Mortandèla affumicata è il salume tipico della Val di Non. Prodotta artigianalmente e manualmente da pochi macellai specializzati, la sua dimensione varia al variare della grandezza delle mani. Si tratta di un importante Presidio Slow Food.
Nel passato, in occasione della Fiera dei Santi (1 novembre), ogni famiglia della valle acquistava un maialino che veniva allevato per circa 12 mesi a patate, crusca, ortaggi e fieno. Con la carne veniva prodotta la Mortandèla affumicata. Viene prodotto con un misto di spalla, pancetta e coscia di maiale.Si ottiene disossando le carni, sgrassandole, macinandole e aggiungendo un mix di spezie. Dall’impasto ottenuto si ricavano le tipiche polpette del peso di 2 etti circa ciascuna. Non vengono insaccate, ma fatte asciugare prima e affumicare poi per circa una settimana.
Alimento fresco, rustico e popolare, può essere gustato sia crudo che cotto con polenta, patate e ortaggi. Si abbina in maniera perfetta con “i tortèi” o la “torta de patate”.
Ottima abbinata con il Groppello di Revò.
CARNE SALADA
Già agli albori del ‘700 si parlava della carne salada. Le origini di questo prodotto derivano dalla necessità di conservazione della materia prima. Un tempo si usava salmistrare tutti i pezzi del manzo che si volevano conservare per lungo tempo, questo per poter consumare questa carne durante il lungo periodo invernale.
Ogni singolo pezzo viene passato a secco in una miscela di sale e spezie. La carne così trattata è quindi riposta in grandi contenitori per una ventina di giorni. Il liquido che la carne perde durante questa fase e che arriva a ricoprirla completamente non è altro che la salamoia.
Una chicca è quella con carne bovina di razza grigio alpina, oggi Predisio Slow Food .
La carne salada si può gustare cruda, tagliata sottilmente, condita con olio extravergine d’oliva. È ottima scottata alla piastra, accompagnata da un fumante piatto di fagioli borlotti lessati “en bronzom”.
Alcune macellerie la producono senza glutine.
Si ringrazia per l’invio dei materiali Strada del vino e dei sapori del Trentino